martedì 2 marzo 2010
Il Cile è in ginocchio.
I morti attualmente certificati sono 723, anche se dare le cifre in queste situazioni tragiche è sempre un compito tanto inutile quanto frustrante. Il Cile è in ginocchio e piange i suoi morti, anche se il timore è che visto l’elevato numero di dispersi questi possano ancora aumentare.
In molte zone manca la luce elettrica e comincia anche a scarseggiare il cibo con fenomeni diffusi di sciacallaggio con la popolazione vittima di isteria collettiva che cerca di accaparrarsi ogni genere di merce in vista di un futuro che si vede senza speranza.
I soccorsi offerti dal governo sono stati insufficienti sin dal primo momento tanto che il governo ha dovuto richiedere all’ONU l’intervento della comunità internazionale. Contro lo sciacallaggio è intanto stato imposto il coprifuoco nelle città di Concepciòn, Talca, Cauquenes e Constitutiòn.
Hilary Clinton è intanto atterrata a Santiago del Cile per manifestare al governo e ai cittadini cileni la vicinanza degli Stati Uniti in questo tragico momento di lutto. Con la Clinton anche qualche aiuto made in USA consistente soprattutto in attrezzature per la comunicazione.
Tra le richieste cilene soprattutto quella di attrezzature mediche e di ospedali da campo, oltre che di attrezzature per purificare l’acqua.
Intanto pare che l’UE sia disposta a stanziare ben 4 milioni di dollari, il Giappone circa 3 e la Cina un milione, per un terremoto, quello cileno, circa 800 volte superiore per potenza rispetto a quello che ha flagellato l’isola di Haiti. Questo terremoto sarebbe stato talmente potente da spostare impercettibilmente, ma permanentemente l’asse terrestre, comportando quindi un alterazione della massa planetaria.
Vista la potenza immane del sisma il Cile se non può dire di essere stato fortunato può almeno consolarsi di averla nonostante tutto scampata.
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