Powered By Blogger

venerdì 3 dicembre 2010

La via brasiliana; di Emir Sader - Carta Maior, da www.rebelion.org/noticia.php?id=117238





Le elite brasiliane avevano solo due orizzonti: lo stato di benessere sociale europeo o il dinamismo e l'accesso al consumo degli Stati Uniti, il primo identificato con la civilizzazione e la stabilità, il secondo col dinamismo e la modernità.

Il "getulismo" è stato il nostro modello di benessere sociale, con uno Stato che si assumeva le responsabilità dello sviluppo economico e dei diritti dei lavoratori. Questo modello è sempre stato ripudiato dalle elite, che sono state beneficiate dall'espansione industriale spinta dai governi ma che hanno mantenuto fermo il rifiuto di Getulio (Vargas), considerandolo incompatibile con le loro esigenze di rappresentabilità. Il modello di alleanza di classe che voleva Getulio, agevolato dall'espansione del mercato interno e dell'appoggio della base popolare, non fu mai digerito neppure dalla borghesia industriale.

Lo stesso Juscelino Kubitschek - dallo stile politico più moderato, oltre ad aver consegnato l'egemonia economica nelle mani del capitale straniero con lo sviluppo dell'industria automobilistica - non è mai stato gradito alla grande imprenditoria paulista (JK giunse terzo alle elezioni del 1955, dietro Adhemar de Barros e al candidato udenista Juárez Távora).

Joao Goulart ("Jango") divenne governatore quando l'impulso economico mostrava già segnali di esaurimento, con un'evidente spaccatura fra lavoratori e imprenditoria che s'impadroniva dello scenario politico riflesso in una grande bolla inflazionaria. La soluzione del conflitto avvenne per via violenta ("La borghesia preferisce un fine violento piuttosto che una violenza senza fine" diceva Marx nel XVIII Brumaio). Il modello installato tagliò drasticamente il processo di distribuzione del profitto con l'espansione del mercato internazionale, favorendo l'accumulazione del capitale basato sui consumi delle classi alte e sull'esportazione. Gli aggiustamenti salariali e l'intervento dei sindacati, produssero poi una luna di miele per il grande capitale nazionale e internazionale, che poté guadagnare come mai gli era riuscito durante la dittatura.

Il riferimento dell'élite era un modello usamericano di libero commercio con esclusione sociale e concentrazione delle rendite, un modello economico di dinamismo del capitale internazionalizzato e di depressione del mercato di consumo interno.

La democratizzazione fu impedita dalla crisi del 1979/80, quando l'economia smise di crescere - in pratica per la prima volta dal 1930 - e la crisi del debito fece in modo che l'economia girasse in funzione dell'esportazione, con l'obiettivo di ricavare le risorse per pagare i debiti - moltiplicati dalla crisi - . Lo sviluppo e il benessere sociale rimasero lettera morta.

Il decennio neoliberale finì poi col sotterrare definitivamente lo sviluppo, con l'obiettivo centrale di mantenere la stabilità monetaria. La democratizzazione non portò né il recupero dell'espansione economica né il miglioramento sociale nella maggior parte della popolazione, e il neoliberalismo istituzionalizzò questa tendenza, a fronte dell'attesa che il controllo dell'inflazione si riflettesse nelle condizioni sociali della popolazione. Ciò è stato immediatamente certo, fino a quando l'impulso è finito, l'economia ha patito la recessione degli ultimi tempi e la situazione sociale del popolo é tornata a degradarsi parecchio.

La socialdemocrazia è arrivata al governo nel momento della sua conversione al neoliberalismo cominciando in Francia e poi in Spagna, i principali referenti dei "tucani" [socialdemocratici brasiliani NdT], ma non ha portato con sé il benessere sociale, ma piuttosto il modello più mercantilista che si sia mai conosciuto.

Con il governo di Lula il superamento della crisi è arrivato attraverso un modello costruito da poco, che ha incassato il consenso nazionale per il controllo dell'inflazione ma che non ne ha fatto l'asse portante, ma una delle sue dimensioni. La specificità del nuovo modello è stato il recupero della crescita economica strutturalmente articolato con l'espansione del mercato interno del consumo popolare, che ha reso necessario delle politiche sociali come elemento induttivo della crescita e della garanzia dei diritti sociali da parte dello Stato. Il Brasile sta ora costruendo il proprio cammino di sviluppo storico.

Fonte - http://www.cartamaior.com.br/templates/postMostrar.cfm?blog_id=1&post_id=626

Nessun commento:

Posta un commento