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domenica 10 luglio 2011

Grecia: la situazione si fa sempre più esplosiva



Tutti hanno visto l’evolversi della situazione greca negli ultimi tempi, con particolare attenzione alla votazione in Parlamento delle misure di austerity per riuscire a ottenere gli investimenti necessari a evitare la bancarotta. Il popolo greco ha reagito con scioperi generali partecipati e con scontri, anche duri, con le forze dell’ordine, registratesi un pò in tutti i grandi centri ma soprattutto ad Atene, dove nella centrale Piazza Syntagma sono avvenuti quelli più intensi. L’allarme ora nel paese ellenico è molto alto, ancor più che i casi di cittadini che attaccano fisicamente e offendono i politici stanno crescendo giorno dopo giorno, specialmente contro i parlamentari del Pasok, il partito socialista al governo ritenuto responsabile di aver votato in favore del” Programma Economico di Medio Termine” lanciato da Atene in collaborazione con i creditori del paese ellenico.
Si parla di più di ottanta casi di politici che hanno lamentato attacchi di vario genere da cittadini indignati, mentre la temperatura dello scontro politico si sta alzando pericolosamente per via di toni sempre più duri utilizzati nel confronto tra il Pasok e gli altri partiti alla sua sinistra come il Syriza e il Kke. Il Pasok continua ad accusare il piccolo partito Syriza e il suo leader, Alexis Tsipiras, di istigare alla violenza contro i parlamentari; al contrario Tsipiras non solo restituisce al mittente le accuse, ma incolpa il Pasok di voler minimizzare le violenze commesse dalla polizia contro i dimostranti nelle scorse settimane.
Nella giornata di oggi la questione dovrebbe essere trattata dal Consiglio dei ministri riuniti, e secondo i giornali il premier Giorgio Papandreou potrebbe decidere di fare un appello a tutti i partiti presenti in Parlamento ad assumersi le loro responsabilità in un momento così difficile per il paese ellenico. Il premier esorterà i politici a cercare di evitare dichiarazioni capaci di fomentare l’indignazione dei cittadini, e nel contempo si rivolgerà anche ai cittadini greci, invitandoli a smettere gli attacchi contro i politici e le forze dell’ordine. Ma che la temperatura sia alta, e i timori per una esclation esistano e siano reali, è provato dalle misure di sicurezza che sono state intensificate dalla polizia intorno alle residenze dei politici; per esempio il ministro Christos Papoutsis avrebbe ricevuto serie minacce contro membri della sua famiglia.
L’esasperazione di una vasta parte del popolo greco è del resto comprensibile, soprattutto alla luce degli ingenti tagli varati da Atene. La sensazione è che per Giorgio Papandreou non siano affatto passati i momenti più difficili, e anzi probabilmente verrà chiamato nei prossimi mesi a gestire situazioni ancora più drammatiche e pericolose per la sicurezza e per la stabilità interna del paese ellenico.
Daniele Cardetta

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