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giovedì 23 settembre 2010

Colombia: ucciso il capo militare delle Farc




Il capo militare della Farc, Victor Julio Suarez Rojas, altrimenti detto "Mono Jojoy", è stato ucciso nel corso di un bombardamento militare nello Stato di Meta. La notizia è stata confermata dallo stesso presidente Santos, il quale al momento si trova a New York per l'Assemblea Generale dell'Onu. Rojas era uno dei ricercati numero uno delle Farc, e sicuramente la sua morte è stato un durissimo colpo per l'organizzazione guerrigliera che proprio recentemente sembrava essere tornata in auge per un rinnovato attivismo in tutto il territorio colombiano. Un attivismo che aveva portato alla morte di decine di soldati e poliziotti colombiani e che aveva riportato agli onori delle cronache la guerriglia di un gruppo che si credeva erroneamente sconfitto.
L'operazione condotta da Bogotà contro i guerriglieri ha previsto l'utilizzo di svariati aerei ed elicotteri, e oltre alla morte di Rojas ha causato almeno altri venti morti. "Mono Jojoy" Rojas era uno dei sette più importanti membri della segreteria delle Farc, a cui aveva aderito nell'ormai lontano 1975. La morte di Rojas va ad aggiungersi a quelle di Antonio Marin, Paul Reyes, e Ivan Rios, altri tre dei massimi dirigenti che erano stati uccisi nel corso del 2008, anno in cui le autorità di Bogotà si erano illuse di aver definitivamente decapitato il movimento.
Rojas era ormai uno dei capi delle Farc da almeno trent'anni e quindi con ogni probabilità aveva già creato altri uomini di fiducia cui passare il testimone in caso di arresto o di morte violenta e improvvisa. Inoltre le Farc resistono da decenni mantenendo la guerriglia attiva nel territorio colombiano, e nonostante le campagne repressive di Uribe in qualche modo hanno mostrato delle capacità di radicamento e di reazione del tutto imprevedibili.
Ora c'è da scommettere su come le Farc reagiranno al colpo subito, se scomparendo per un po' nell'ombra per riorganizzarsi, oppure se decideranno di rilanciare la lotta armata su tutti i livelli, accettando la sfida lanciata dal presidente Santos.

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