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lunedì 20 settembre 2010

Obiettivi per il Millennio: fallimento completo




Si è aperto oggi a New York il summit mondiale sul Millennio, una conferenza di tre giorni sotto l'egida delle Nazioni Unite che ha l'ambizione di fare il punto sul piano varato nel 2000 per dichiarare guerra alla fame, alla miseria e al sottosviluppo di gran parte del mondo. Un banco di prova valido per verificare la serietà di questi meeting che spesso rischiano di rilevarsi soltanto una passerella mediatica per i capi di Stato.
Nel settembre 2000 erano stati 189 i leader che l'Onu aveva messo insieme per varare il piano del Millennio, con l'obiettivo manifesto di tentare di liberare dalla povertà almeno un miliardo di persone entro il 2015. Oggi il progetto dovrebbe essere già in fase estremamente avanzata, ma sta rispettando la tabella di marcia?
Nel 2010 continuano a morire di fame e malnutrizione almeno 10 milioni di persone all'anno, e il numero di coloro che vivono con meno di un dollaro al giorno permane elevatissimo (si parla di un miliardo). In questo campo sono stati effettivamente fatti alcuni passi avanti, ma soprattutto grazie al boom economico di alcuni paesi emergenti come Cina, India e Brasile, non certo grazie al Millennium.
Anche nel campo dell'istruzione il Millennium aveva fissato obiettivi ambiziosi come assicurare a tutti i bambini della terra l'accesso alla scuola elementare entro il 2015; anche qui si è ben lontani dal conseguire gli obiettivi preposti dato che rimangono 75 i milioni di bambini che sono esclusi da qualsiasi tipo di istruzione e sono solo 18 su 113 i paesi che hanno raggiunto il traguardo della scolarizzazione di tutte le bambine.
Sono ancora 10 milioni i bambini che ogni anno muoiono prima di aver raggiunto il quarto anno di età, e almeno mille al giorno le donne che muoiono per gli effetti della gravidanza. Solo il 10% dei malati di Aids riescono ad accedere alle cure e tuttora un miliardo di persone non ha accesso all'acqua potabile. Per far fronte alle problematiche derivanti dall'ambiente è stato tutto rinviato al vertice messicano di Cancùn nel dicembre 2010, ma sembra che lo stallo Usa-Cina potrebbe portare a un nuovo stallo relativo alle riduzioni di emissioni di CO2.
Per finire l'ultimo, e più importante, tra gli obiettivi, è altrettanto fallimentare: la cancellazione dei debiti dei paesi più poveri attraverso il trasferimento di tecnologie cruciali per la crescita, ed è uno dei punti che condiziona tutti gli altri. Il bilancio in questo caso è deludente e negativo visto che rispetto ai fondi promessi nel 2005 ne sono stati spesi solamente una parte (119 sui 155 promessi). Inoltre solamente i paesi scandinavi rispettano l'impegno preso di destinare agli aiuti ai paesi poveri lo 0,7% del Pil, mentre tutti gli altri preferiscono ignorare la questione. Visto il peso delle lobby bancarie inoltre, sembra impossibile che verrà accolta l'idea di inventare una tassa sulle transazioni finanziarie da destinare ai paesi poveri; un vero peccato dato che gran parte della colpa della crisi che sta piegando paesi già in miseria è proprio loro.

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