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giovedì 9 giugno 2011

Ollanta: un nuovo Chàvez in Perù?


La vittoria alle recenti elezioni di Ollanta Humala permette al Perù di virare verso sinistra, facendo spirare ancora più forte il vento di rinnovamento su tutta l’America Latina. In realtà la vittoria di Ollanta parte da lontano, almeno dal tentato colpo di stato che aveva portato alla fuga precipitosa del discusso e discutibile Fujimori, accusato tra le altre cose di aver proceduto alla sterilizzazione forzata di almeno 300mila donne indigene, oltre che reo di aver sciolto unilateralmente il Parlamento; tutti reati per i quali dovrebbe scontare 225 anni di carcere. Ollanta in quel tentato colpo di stato era un tenente colonnello dell’esercito, e in questo presenta grandi analogie con un altro protagonista della politica dell’America Latina di inizio secolo, Hugo Chàvez. Ollanta ha vito le elezioni contro la figlia di Fujimori, Keiko, e ha quindi appalesato la volontà di cambiamento richiesta a gran voce dal popolo peruviano, tuttavia dovrà affrontare non poche difficoltà per riuscire a incidere con la sua politica in uno scenario che si fa molto complicato.

Ollanta comunque non ha alcuna intenzione di imitare Chavèz in modo acritico, bensì ha ribadito di voler portare avanti un modello di sviluppo indipendente non basato sulla nazionalizzazione massiccia del mercato, e cercando di tutelare l’indipendenza dei mass media. Intanto però i mercati sono spaventati dalla vittoria di Ollanta, la Borsa di Lima è crollata del 6% dopo l’annuncio della sua vittoria contro Keiko Fujimori, e la società americana Blackrock ha preso la repentina decisione di liquidare un fondo peruviano a New York, segnali questi di una diffidenza nemmeno troppo velata nei suoi confronti. Dopo il voto Ollanta ha anche voluto dire la sua sulla politica estera che cercherà di praticare per il bene del Perù, una politica che vede più vicina agli Stati Uniti, i più importanti partner commerciali del paese andino.

Infine il quadro per Ollanta è complicato ulteriormente dalla diffidenza della Colombia, i cui principali giornali hanno appoggiato la Fujimori in modo nemmeno troppo velato. In sostanza Ollanta Humala e Hugo Chavèz sono due personaggi molto diversi, tuttavia sono accomunati da alcuni aspetti, a cominciare dal fatto che entrambi in un modo o nell’altro stanno contribuendo a cambiare gli assetti geopolitici di un continente, quello Latinoamericano, che è da sempre stato considerato dai vicini statunitensi a guisa di un “cortile di casa”. A Bolivia, Ecuador e Venezuela che portano avanti un’alternativa e un progetto bolivariano, e al Brasile che ha un governo di sinistra stabilmente al potere, si aggiunge ora anche il Perù, aumentando il peso specifico di un cambiamento che sta rendendo il Sudamerica un vero laboratorio di questo XXI secolo.

Daniele Cardetta

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