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lunedì 20 giugno 2011

Venti di guerra tra le due Coree


Il mondo in questo 2011 si presenta instabile come mai lo era stato almeno da vent’anni a questa parte; le aree di instabilità aumentano sempre di più, basti pensare al Nord Africa, che fino a tutto il 2010 rientrava nelle zone considerate “stabili” del pianeta. Una delle aree maggiormente instabili che rischia continuamente di precipitare in un conflitto armato pericoloso è proprio quella delle due Coree, che restano divise ormai dal lontano 1953, data in cui venne firmato tra la Corea del Sud e quella del Nord l’armistizio di Panmunjeon, il quale smilitarizzava la penisola coreana senza però sancire un vero trattato di pace. Negli ultimi anni abbiamo assistito a continui incidenti tra i due paesi, i quali spesso hanno rischiato una vera escalation di violenza incontrollabile che però non sarebbe stata voluta da nessuno, menchemmeno dalla Cina, la quale continua a sostenere il governo di Pyongyang con forniture di vario tipo.

Qualche giorno fa un nuovo incidente ha ulteriomente aumentato la tensione tra i due paesi; venerdì infatti un jet sudcoreano stava per atterrare all’aereoporto internazionale di Seoul, abbastanza vicino al confine con la Nord Corea, quando è stato oggetto di colpi da arma da fuoco da parte dei marines. Fortunatamente il velivolo civile, che trasportava ben 119 persone, non ha subito danneggiamenti ed è riuscito comunque ad atterrare senza avere feriti a bordo. Questo incidente, l’ennesimo, mostra come sia alta la tensione al confine tra le due Coreee, dove si trovano soldati pesantemente armati da entrambi le parti, aumentando il rischio di incidenti e di errori. Il personale di difesa militare e dell’aviazione civile non ha potuto commentare immediatamente l’accaduto di venerdì, anche se una fonte della compagnia aerea del velivolo confermerebbe che i marines avrebbero sparato con armi leggere contro uno degli aerei provenienti a Seoul dalla Cina, e che non vi sarebbero stati danneggiamenti. In base a quanto si è potuto comprendere a qualche giorno dall’incidente due marines che stazionavano nell’isola di Gyodong avrebbero sparato alla volta dell’aereo che procedeva in direzione dell’ areoporto internazionale Incheon di Seoul, scambiandolo per un aereo militare nordcoreano.

L’aereoporto di Incheon si trova a sole 25 miglia a sud dal confine con la Nord Corea, e la compagnia aerea non avrebbe riscontrato alcuna irregolarità nella rotta dell’aereo. Intanto arrivano anche notizie relative a un altro incidente, quello riguardante un gruppo di nordcoreani che aveva passato la frontiera verso la Corea del Sud in barca lo scorso week-end, sembra che la Sud Corea abbia deciso di non rimandarli indietro dicendo che tutti e nove i profughi si sarebbero rifiutati di fare ritorno a Pyongyang, forse avendo paura di eventuali probabili rappresaglie. La Nord Corea aveva ovviamente subito chiesto il rientro immediato dei nove profughi che erano sbarcati sabato scorso su un’isola sudcoreana a bordo di due piccole imbarcazioni, e preso atto del rifiuto di Seoul, ha ammonito che questo sarebbe un episodio che potrebbe aggravare le relazioni tra due Coree,il che essendo tali relazioni già ai minimi storici, può voler dire solo la possibile dichiarazione di un conflitto armato.

Si aggiunga anche il fatto che la Nord Corea all’inizio del mese si era formalmente lamentata del fatto che i soldati sudcoreani usassero fotografie del leader Kim Jong Il e della sua famiglia per le esercitazioni di tiro, e che Seoul continua ad avere rimostranze nei confronti di Pyongyang a causa dei due attacchi che avrebbero provocato almeno 50 morti tra i sudocreani lo scorso anno. La sensazione è che senza un continuo richiamo alla calma e al controllo dei nervi, prima o poi possa scoppiare un vero e proprio conflitto armato tra i due paesi, e che questo potrebbe facilmente sfuggire di mano

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