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venerdì 26 novembre 2010

Combattere Unione Europea, BCE e FMI Dichiarazione politica del Partito Comunista d'Irlanda





L'aggravarsi della crisi del sistema capitalista monopolistico - l'imperialismo - ha mostrato la profonda crisi strutturale che ne è alla base. La crisi ha anche reso palese come il sistema sia incapace di risolvere le sue profonde contraddizioni senza ricorrere a un massiccio attacco alle condizioni di lavoro, agli standard di vita dei lavoratori e alle conquiste realizzate nel corso di decenni di lotta di classe di massa.

Il sistema stesso è incapace di risolvere e trovare soluzioni ai molti e sempre più numerosi problemi che l'umanità deve affrontare, comprese la povertà di massa, la fame e scarsità di cibo, e l'impellente necessità di contrastare il surriscaldamento globale.

La politica perseguita è quella dell'imposizione della disoccupazione di massa, di una crescente disuguaglianza, di una maggiore concentrazione della ricchezza, più monopolizzazione e un maggiore sfruttamento dei lavoratori e dei poveri, della distruzione di comunità, dell'aumento della militarizzazione e delle guerre.

Il popolo irlandese, sia a nord che a sud, è ora costretto a pagare un pesante prezzo per le politiche fallimentari di entrambi i governi irlandese e britannico. Questi attacchi raggiungono un livello qualitativamente nuovo, costruiti su politiche di bilancio che prevedono una deliberata riduzione della spesa pubblica, attacchi organizzati al servizio pubblico, al sistema del welfare, con aumento delle imposte dirette e indirette sui lavoratori e i poveri, e con la socializzazione del debito societario lasciando intatta la ricchezza.

L'imposizione pervenuta dal capitale finanziario internazionale e dall'Unione Europea di un piano di rientro del deficit in quattro anni è stata concepita per aggirare e indebolire la volontà democratica del popolo. Il loro approccio consiste nel costruire programmi di riadeguamento strutturale per ogni tipo di politica economica e sociale che qualsiasi eventuale futuro governo irlandese possa voler attuare. Le politiche di UE e BCE mirano a promuovere e tutelare gli interessi del capitale monopolistico finanziario tedesco e francese e delle banche.

Le politiche del FMI hanno seminato una scia di distruzione in tutto il mondo costringendo i lavoratori a pagare per le politiche e le strategie economiche che le élite locali, in alleanza con il capitalismo monopolistico, hanno inflitto ai loro paesi.

La crisi ha anche evidenziato il danno provocato, sia a nord che a sud, allo sviluppo economico e sociale dall'eccessiva fiducia riposta nella finanza, nei settori assicurativo e immobiliare, e nel capitalismo transnazionale.

L'Unione Europea sta sfruttando la crisi per far passare il suo orientamento strategico volto a stabilire un maggiore controllo sopra le strategie di bilancio nazionali e sulle urgenze sociali ed economiche dei paesi membri. In tutta Europa, i lavoratori, le piccole imprese, i lavoratori autonomi, le famiglie contadine e quelle a carico dell'assistenza sociale sono costretti a pagare un prezzo molto alto a questa crisi. A questi strati sociali nei paesi periferici all'interno dell'Unione Europea viene chiesto di sopportare un peso ancora maggiore per salvare il capitale finanziario tedesco, francese e inglese, e di fatto per salvare lo stesso euro.

La resistenza a queste politiche sta crescendo in tutta Europa. In Irlanda, come altrove, il movimento dei lavoratori è fondamentale per questa opposizione. Lo sviluppo di un'alternativa chiara al suo interno e nel movimento sindacale, sulla base degli interessi delle masse popolari e non di quelli padronali e delle banche, risulta essenziale. Questo significa il rifiuto ad ogni livello da parte del movimento operaio della corrotta e ora chiaramente fallimentare strategia della "concertazione sociale". Il padronato sta già mettendo in chiaro di non aver alcuna intenzione di difendere i posti di lavoro o arrestare i tagli salariali. E' anche chiaro che il movimento sindacale e i lavoratori del settore pubblico sono stati bidonati con l'accordo di Croke Park.

Il governo e il padronato non reputano più necessaria la "concertazione sociale" per proteggere i loro interessi strategici. La leadership sindacale deve esplicitare altrettanto chiaramente di non riporre ulteriori illusioni su di essa.

E' ora necessaria una vigorosa e ferma campagna non solo per respingere la prossima finanziaria ma l'intera strategia economica del governo - ampiamente supportata dai principali partiti dell'opposizione - e per contrapporsi alla privatizzazione dei servizi pubblici e alla svendita delle aziende pubbliche.

Il movimento sindacale in Irlanda del Nord ha dimostrato nella recente mobilitazione di migliaia di lavoratori che è possibile resistere in presenza di una leadership e di istanze chiare e riconoscibili. Questa è la lezione su cui costruire il movimento operaio in tutta l'Irlanda. Il Partito Comunista d'Irlanda invita i lavoratori, i piccoli imprenditori, i lavoratori autonomi e i disoccupati a sostenere la mobilitazione del 27 novembre, organizzata dalla ICTU [Irish Congress of Trade Unions].

Non è troppo tardi per affermare l'assoluta necessità della mobilitazione autonoma dei lavoratori. I lavoratori hanno bisogno di presentare la propria visione dell'indispensabile sviluppo economico e sociale. Un primo passo necessario è quello di respingere la costruzione del consenso ideologico, per cui tutti noi dobbiamo "condividere il dolore". Come la crisi ha rappresentato per il capitalismo monopolistico di Stato la possibilità di lanciare attacchi più profondi e sostenuti ai lavoratori, così il movimento sindacale deve rispondere con le proprie rivendicazioni e con una strategia economica alternativa. I lavoratori devono ugualmente opporsi alle politiche dell'Unione Europea e del Fondo monetario internazionale.

La profonda debolezza strutturale, di nord e sud, può essere superata solo attraverso un approccio strategico di tutta l'Irlanda rivolto a uno sviluppo economico e sociale, una strategia che politicamente, economicamente e socialmente sia trasformativa. Solo lo sviluppo dell'uso socialmente pianificato di capitali e risorse è in grado di superare l'anarchia e il caos del capitalismo.

Al centro di ogni alternativa ci devono essere:

• Il rifiuto del debito: è il loro debito, non il nostro;
• La restituzione del potere fiscale da Bruxelles al popolo irlandese;
• Il trasferimento dei pieni poteri economici e fiscali all'esecutivo dell'Irlanda del Nord;
• La creazione di una banca di investimento statale;
• L'istituzione di una agenzia di sviluppo economico di tutta l'Irlanda sotto il controllo democratico;
• Il controllo sociale di tutte le risorse naturali e marine, da sviluppare in modo sostenibile da parte del popolo.

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