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venerdì 5 novembre 2010

Figli della Stessa Rabbia





Siamo la generazione che è cresciuta in un Italia dove erano ancora forti i valori che hanno accompagnato i nostri genitori alla età matura, un Italia piena di contraddizioni e di difetti, ma ancora un paese che poteva renderci orogliosi di esservi nati e vissuti. Era il Paese della sanità pubblica per tutti i cittadini, della scuola gratuita statale che, pur con tutti i suoi immensi e inevitabili limiti era considerata di eccellenza su scala mondiale. Era l'Italia delle lotte operaie, della cooperazione, del grande cuore e della solidarietà; era l'Italia dei documentari sulla Rai, dove i talk show quando c'erano parlavano dei problemi della società e non di tette e culi in fascia pomeridiana.Era un Italia dove le cose non funzionavano benissimo ma dove ci era stato insegnato che se uno si comporta bene, paga le tasse, lavora duro, raccoglierà i frutti del proprio sacrificio. Era un Italia dove i fascisti erano costretti a vergognarsi di girare per le città, o se lo facevano si ritrovavano contro tutti i media, compatti a ricordare che la Repubblica dove viviamo non è una Repubblica qualsiasi ma una Repubblica Antifascista fondata sul lavoro.
Era un Italia dove i ministri che rubavano cercavano perlomeno di non farsi scoprire, era un Italia dove i ministri una volta che venivano beccati in flagrante avevano perlomeno il buonsenso di farsi da parte da soli, era un Italia dove un politico di nome Berlinguer moriva sul palco nel bel mezzo di un comizio per infarto e un Italia dove la mafia veniva combattuta da uomini per bene che rischiavano la propria vita pur di combattere Cosa Nostra, spesso perdendola. Ed era un Italia cui i mafiosi facevano la guerra, non un Italia dove la mafia si è fatta governo arricciando i suoi tentacoli intorno ai gangli pulsanti della nostra povera terra. Era un Italia dove i partigiani erano considerati degli eroi e non dei comuni banditi alla stessa stregua dei repubblichini, che ricordiamocelo i nazisti non li combattevano, anzi li riverivano. E' un Italia dove studiare e fare cultura è diventato un disvalore, un Italia dove i professori sono considerati degli sfigati frustrati che fanno un lavoro che non merita alcun rispetto, un Italia, culla dell'umanesimo, dove le culture umanistiche sono considerate un mero passatempo per falliti. Un Italia che affoga nella cocaina, dove i valori morali sono diventati solamente un velo ipocrita per coprire ogni genere di peccato.
Nell'Italia che abbiamo conosciuto i lavori erano a tempo indeterminato, oggi c'è gente che ritiene giusto e onorevole fare uno stage gratuito per una grande firma, "perchè fa Cv", dicono. E' un Italia dove i nostri genitori ci insegnavano il rispetto per qualsiasi tipo di lavoro, insegnandoci a rispettare le diversità e le diverse vite della gente, oggi l'unico insegnamento che ci arriva dai media è che se hai soldi sei "figo" e sei qualcuno, se no non sei nessuno, niente donne, niente successo, niente.
Era un Italia dove i comunisti erano coloro che hanno firmato con il loro sangue la Costituzione, oggi quella Costituzione non è altro che una lista di cose astratte, inapplicate, e modificabili a piacimento dalla cricca. E' un Italia dove chi si pulisce il culo con la bandiera italiana siede in Parlamento, e dove Garibaldi è diventato un ladro di cavalli che ha tolto la libertà ai felici stati preunitari.
E' un Italia dove regna la bugia, dove la menzogna viaggia a trecentosessantagradi intorno a noi permeando la vita di tutti i giorni, accompagnadoci sui giornali, nell'etere, nei computer, viaggiando ovunque. E' un Italia dove opporsi diventa sempre più difficile ed eroico, ma proprio per questo diventa ancora più meritorio. Andare contro tutto questo comporta dei sacrifici, comporta il sentirsi uno straniero in casa propria, proprio come qualcuno che si addormenta una notte e si risveglia al mattino in un altro mondo, parallelo, ma purtroppo reale.
Proviamo oggi, noi italiani che non ci riconosciamo nel regime della menzogna, gli stessi sentimenti provati da tutti i popoli oppressi dalle ingiustizie, popoli che per anni abbiamo imparato a conoscere tramite tv e libri, sentendoli comunque lontani. Oggi l'ingiustizia bussa alla nostra porta, la sfonda, ci cerca. Ovunque vi guardate non notate che un brodo di ingiustizie, soprusi, parentele, furbizia, individualismo, il tutto condito da una buona dose di ipocrisia. C'è ancora qualcuno che in questa situazione drammatica ha il coraggio di negare, e lo fa impunemente perchè tanto questo sistema sembra ben lontano dal collassare essendo diventando una vera e propria componente della realtà. Le risposte che ciascuno da, anche chi percepisce questo sistema come ingiusto,sono contraddistinte dall'individualismo,dal cercare la soluzione unicamente per sè e per i propri cari rinunciando, o semplicemente non volendo cercare di capire che gli stessi problemi che affliggono ciascuno di noi sono i problemi di milioni di persone e quindi meritano risposte complesse, articolate, socializzate, comuni.
Per questo siamo mai come oggi figli della stessa rabbia, la rabbia provata dai giovani laureati che si vedono il loro titolo valere come carta straccia, frustrati da delle conoscenze che l'arbitrio dei pochi ha sancito come inutili. La rabbia di coloro che non conoscono nessuno e quindi devono spedire centinaia di curriculum sperando in qualche stage a 300 euro al mese senza possibilità di rinnovo, mentre esistono "fortunati" che fanno trovare il loro sul tavolo della persona giusta. la rabbia di coloro che lavorano 10 ore al giorno vedendosi le tasse già detratte dalla busta paga quando esistono persone che dichiarano entrate ridicole frodando migliaia di euro allo Stato. La rabbia di coloro che si vedono privati del futuro perchè seguono ingenuamente un sogno per tutta la vita vedendoselo portato via dal caso e dall'arbitrio del più forte. La lista potrebbe continuare, ma preferisco terminarla qui. L'unica cosa che posso dire, sperando che possa essere un auspicio per un futuro migliore, è che, come disse qualcuno:"L'utopia è rimasta,ma le persone sono cambiate, la risposta è solo più complicata."Cerchiamola.

D.C

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