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giovedì 22 aprile 2010

I pistoleri dell’estrema destra in marcia su Washington





Il Secondo Emendamento della Costituzione americana prevede il diritto dei cittadini americani ad armarsi, un diritto che a ben vedere non appare in pericolo vista la diffusione capillare di armi da fuoco in tutto il territorio degli Stati Uniti.

Eppure le "milizie" dell'estrema destra americana proprio non sopportano Obama e il suo entourage, tanto che si sono dati appuntamento, armi alla mano, proprio a ridosso della Casa Bianca, con il proposito di urlare tutta la loro contrarietà nei confronti di un governo che definiscono sprezzantemente composto da "socialisti".

Aldilà della facile e salace constatazione che tali militanti di "socialismo" devono avere una visione perlomeno un po' troppo superficiale, rimane il fatto che questi personaggi hanno fatto sentire la propria voce mostrando come l'opposizione a Obama non sia solamente virtuale.

Tutta la mobilitazione dell'estrema destra americana si basa in realtà su un fraintendimento, sulla convinzione cioè che Obama sia lì lì per decidere una limitazione della vendita libera di armi. Nulla di più lontano dal vero in realtà, anche perché la vendita di fucili è aumentata esponenzialmente negli ultimi due anni, tuttavia l'isteria delle associazioni è alle stelle. Contrari non solo a limitare la vendita di armi ma anche a limitarne l'esposizione in pubblico, i militanti dell'estrema destra americana difendono il loro diritto a sparare e vomitano tutte le loro offese contro l'"africano socialista" Obama.

Rifiutano in modo radicale la riforma sanitaria, bollata proprio come socialista, e ammoniscono in modo sinistro che i loro diritti vengono da Dio e non dal governo.

Inquietanti le parole di Paul Braun, repubblicano georgiano: "Dobbiamo fare la rivoluzione, la rivoluzione elettorale a novembre. Quando voterete ci riprenderemo questo governo e lo toglieremo ai socialisti di Obama. Voi sarete l'avanguardia della rivoluzione".

Se il buongiorno si vede dal mattino...

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