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lunedì 26 aprile 2010

Mascalzoni????





Un giorno banditi, oggi partigiani. Amare sono le riflessioni che si possono fare a freddo dopo gli episodi di contestazione del 24 e del 25 aprile ai danni della Polverini a Roma e di Coppola del Pdl a Torino. Innanzitutto occorre sottolineare che la festa del 25 aprile è la festa di Liberazione dal Nazifascismo, e che dunque sia inevitabilmente connotata in un certo modo nonostante si cerchi ormai da almeno un decennio di annacquarla in ogni modo con un revisionismo spicciolo che parla di "festa di tutti", esattamente come l'On.Larussa cercava grottescamente di dipingerla quando ancora lo spostamento a destra del nostro paese non era inesorabile.
Occorre poi sottolineare che il PDL è si un partito formalmente di centro destra ma è un partito che non solo si dichiara apertamente "anticomunista", e dunque si dichiara contrario a un partito che ha firmato la Costituzione Italiana, ma, ricordiamolo è nato dall'unione di Forza Italia con Alleanza Nazionale. Inutile ricordare come molti esponenti di Alleanza Nazionale non si riconoscano affatto nei valori dell'Antifascismo, valori fondanti non solo della festa del 25 aprile ma anche della nostra Repubblica. Nel Pdl militano personaggi come il succitato Ignazio Larussa, il quale non nasconde la sua predilezione per Salò per quanto riguarda l'ambito della Resistenza, e come la Polverini, recentemente immortalata in virile saluto romano a braccio teso. Per non parlare a livello locale (Torino) della Montaruli, fascista acclarata (almeno a guardare le foto che circolano sulla rete) che fa parte della stessa giunta di cui fa parte Coppola e che ha vinto con i voti della Lega Nord.
I signori che hanno chiamato "mascalzoni", "imbecilli", coloro che hanno fischiato tali sinistri figuri dovrebbero forse chiedersi che cosa avrebbero fatto i partigiani che hanno l'ambizione e l'arroganza di rappresentare. Sono forse morti sacrificando se stessi nel fiore degli anni perchè un partito apertamente xenofobo governi il Piemonte? si sono forse sacrificati per rivedere nelle istituzioni dopo anni personaggi che hanno difficoltà ad appellarsi "antifascisti"?
Il 25 aprile dovrebbe essere un giorno di festa e di celebrazioni alla memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per liberarci dal fascismo, la libertà è stato solo un sottoprodotto di tale liberazione, e parlare di libertà eludendo il contesto che ha portato alla sua riconquista è l'ennesimo schiaffo alla memoria dei resistenti, schiaffo che si consuma in un clima di revisionismo mai visto dal 1945.
Si è parlato molto a lungo delle presunte stragi perpetrate dai "partigiani rossi", poco o punto però si dice delle migliaia di fascisti autori di crimini nefandi e che sono stati liberati con l'amnistia Togliatti nel 1946, guardacaso un comunista; e si tace sul fatto che già nel 1947 nelle carceri italiane si potevano trovare migliaia di partigiani, spesso detenuti in forma cautelativa e poi scarcerati per assenza di prove dopo anni, e solo pochissime decine di fascisti.
In un paese in ginocchio come l'Italia i mascalzoni, almeno a me, sembrano altri.
Del resto anche nella Resistenza i partigiani erano chiamati (non da tutti ma dalla parte che oggi va per la maggiore) nientemeno che banditi.
Ieri banditi, oggi partigiani

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