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mercoledì 28 aprile 2010

Rilanciare Garibaldi




Ci stiamo avvicinando ad un appuntamento importante per il nostro povero Paese, al 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. Questo appuntamento così importante cade in un periodo assai delicato, forse uno dei più delicati dal '45 in avanti, sicuramente uno dei periodi in cui il tessuto sociale è più fragile. Ci troviamo di fronte a un pericolo di cesarismo più volte sbandierato e a una messa in discussione a trecentossessantagradi di tutta l'architettura costituzionale figlia dei valori esaltati dalla Resistenza.
Il 150esimo anniversario cade paradossalmente nel periodo dove più labile è l'identità unitaria del sistema-paese, un periodo questo dove non è più di moda esaltare l'impresa che portò nel 1861 Giuseppe Garibaldi a fare l'Italia, un periodo anzi dove va di moda il contrario, ovvero offendere e denigrare il nostro eroe nazionale. La Lega Nord, partito che va per la maggiore nel nord Italia, le stesse terre dove 150 anni fa i giovani del bresciano e del bergamasco offrivano le loro vite al tentativo eroico di creare dal niente il nostro paese indossando la casacca garibaldina, mette in discussione la figura di Garibaldi al punto di rimproverargli persino di aver liberato il meridione e al punto di auspicare la rimozione delle statue lui dedicate. Ciò che più mi lascia sconvolto tuttavia non è tanto il tentativo leghista di infangare i miti del nostro Risorgimento, tentativo anzi assai coerente al tipo di obiettivi che Bossi e soci si prefiggono, quanto l'assoluta indifferenza del resto del consesso politico, una indifferenza che ogni anno che passa porta a mollare sempre un pezzo in più all'incedere inesorabile del revisionismo.
Anche il PD si impasta la bocca di questo nuovo "ismo", non più comunismo o fascismo, ora ad andare per la maggiore è il federalismo, visto come panacea di tutti i mali di questo povero paese. Se poi si fa notare che il federalismo lascerà intere regioni del sud in mano al malaffare condannandole alle storture congenite nella struttura di potere ivi sedimentatasi, allora si sbandiera il campanilismo di maniera che sa tanto di egoismo e del voler scaricare su altri le colpe di un meccanismo che non funziona.
La verità è che odiano Giuseppe Garibaldi perchè Giuseppe Gairbaldi avrebbe odiato avversari politici di questo tipo; Giuseppe Garibaldi era tutto ma non era un egoista, avrebbe potuto fare l'Italia arrivando solo fino a Roma, eppure scelse di unificarla tutta l'Italia con un gesto eroico, senza badare agli effettivi profitti che si sarebbe potuto trarre da tale gesto. Era un eroe romantico Garibaldi, della pasta che ormai gli uomini hanno smarrito, un eroe di quelli capaci di sollevare la popolazione dal tuo torpore per perseguire degli obiettivi i cui profitti non sono solamente materiali.
E' sacrosanto che la Lega Nord voglia disconoscere il retaggio di Giuseppe Garibaldi, esso non spetta loro e noi non glielo lasceremo. Ci penseremo noi ad onorare Giuseppe Garibaldi, liberatore di popoli proprio come Simòn Bolivàr; ci penseremo noi a portarne avanti la memoria imparandone l'insegnamento.
Nel 2010, in Italia, c'è ancora tanto bisogno di Giuseppe Garibaldi.

Daniele Cardetta

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