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martedì 24 maggio 2011

L’aggressione alla militante PdL? Gestita dal direttore generale amico di La Russa. Tratto da www.Giornalettismo.com




24 maggio 2011

Il referto medico di Francesca (Franca) Pagani in Rizzi: codice verde e sette giorni di prognosi

Un giallo nel giallo. L’aggressione alla militante del Popolo delle Libertà Francesca Pagani, madre di Alan Christian Rizzi, al mercato di via Osoppo, da referto medico, non appare di particolare gravità. Ma soprattutto, riferisce Repubblica, il fascicolo all’ospedale San Carlo è stato gestito dal direttore generale della struttura, conoscente dell’ex moglie di Gianfranco Fini e amico di Romano La Russa, fratello di Ignazio. Scrive Massimo Pisa:

Entra in codice verde alle due in punto, la signora Franca. «Riferisce — si legge nel referto — aggressione da persona non nota. In accoglienza sveglia, cosciente, collaborante, eupnoica ». Cioè non ha problemi respiratori. «Riferisce dolore arto inferiore sinistro e rachide cervicale-lombo sacrale. Motilità e sensibilità conservate». La visita inizia alle 15,13. L’anamnesi patologica recita: «Trauma da aggressione da persona non nota. Lamenta algia rachide cervicale e arto inferiore sinistro, nega traumi in altri distretti corporei». Dopo l’esame obiettivo, il medico che la visita conclude: «Rachide in asse, mobile su tutti i piani e dolente ai gradi estremi. Non algia alla percussione sulle spinose del tratto cervico-dorso-lombare. Non apparenti deficit neurovascolari periferici in atto, articolarità arto inferiore destro conservata e non dolente, articolarità arti superiori conservata e non algica». I dolori vengono rilevati al «gomito destro» e all’articolazione superiore della gamba sinistra. La botta quindi c’è stata ma la signora Franca, alle 17,17 di sabato, dopo le radiografie, una tac al rachide cervicale, gli esami del sangue e un elettrocardiogramma, firma il trasferimento da Traumatologia a Medicina. «Codice priorità di uscita: verde». La prognosi è stata di sette giorni e la signora «sotto shock» (come riferito da Moratti e Berlusconi).
Nei corridoi del San Carlo, però, molti hanno notato il fatto che il ricovero della signora Franca sia stato gestito in prima persona dal direttore generale Antonio Mobilia, cognato dell’ex moglie del presidente della Camera Gianfranco Fini, Daniela Di Sotto. Mobilia è vicinissimo a Romano La Russa, fratello del ministro Ignazio. Tutte questioni, però, che non rientrano nelle indagini della Digos milanese, diretta da Bruno Megale. Che si sta concentrando su due soli episodi: quello di via Osoppo e l’altro di piazza Cordusio, dove il militante pd Antonio Romano, 61 anni, sarebbe stato colpito alla testa con un casco da un militante pdl dopo un diverbio.

E le testimonianze potrebbero far chiudere il caso:

Una mezza dozzina i testimoni già ascoltati, tra appartenenti ai due schieramenti e neutrali: questi ultimi confermerebbero la versione di Shirin Kieayed, la donna che a Radio Popolare ha raccontato di «un ginocchio poggiato sulla schiena » da parte di un corpulento sostenitore di mezza età con la spilla pro Pisapia sulla giacca. Un altro paio lo saranno oggi, quando con ogni probabilità una comunicazione di notizia di reato verrà chiusa e trasmessa al procuratore aggiunto Armando Spataro. Quanto al video della scena, invocato ieri dal ministro della Difesa Ignazio La Russa («non capisco perché non sia stato trasmesso, invito chi ce l’ha a tirarlo fuori»), esisterebbe e smentirebbe la versione dei calci a terra descritti da Berlusconi. Sulla sua acquisizione, in questura né conferme né smentite.

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