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giovedì 13 maggio 2010

Caso Gugliotta, inquietanti domande ; tratto da www.nuovasocieta.it




Era stato arrestato il 5 maggio scorso a Roma, Stefano Gugliotta, al termine della finale di Coppa Italia tra Roma e Inter. Ieri è stato scarcerato, in quanto non sussisterebbero più le esigenze di custodia cautelare. Sulla testa del 25enne pesa sempre l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, l'unica che per ora gli è stata addebitata. Un'accusa che stride drammaticamente con le immagini delle ripetute percosse sul corpo di Gugliotta, ad opera di alcuni poliziotti, mentre era in sella al suo scooter in via Pinturicchio.

Del resto la richiesta alla base della decisione di scarcerare Gugliotta – da parte del procuratore aggiunto Pietro Saviotti e del sostituto Francesco Polino al termine di un incontro con gli investigatori – non lascia spazio ad interpretazioni: il presupposto è che "sia stato vittima di un atto arbitrario". A quel punto il giudice per le indagini preliminari Aldo Morgigni, lo stesso che aveva emesso il provvedimento cautelare nei confronti di Gugliotta per le accuse di oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, ha disposto la scarcerazione.

E' naturale e ovvio, arrivati a questo punto, che sorga un primo interrogativo inquietante: perchè mai il giovane è stato trattenuto agli arresti per una settimana? Chi pagherà per quanto è successo?

La seconda notizia di ieri è che c'è un primo indagato: si tratta del poliziotto che ha sferrato un pugno al momento del fermo di Gugliotta, iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di lesioni volontarie, aggravate dalla condizione di pubblico ufficiale. Si tratta di un agente del Reparto Mobile in servizio da circa 15 anni, ovviamente descritto dai colleghi come "una persona tranquilla". Non risulta però che né l'interessato dal provvedimento giudiziario né gli altri tre agenti dello stesso reparto, ascoltati ieri in Procura, siano stati finora sospesi dal servizio.

Intanto, il 25enne è tornato alla sua vita duramente provato dalla drammatica esperienza. E si appreso, sempre nella giornata di ieri, che aveva comunicato al padre la decisione di voler iniziare uno sciopero della fame.

Decisione scongiurata dagli eventi, mentre infuria la polemica politica. Se il ministro per i Rapporti col Parlamento Elio Vito – rispondendo ad un 'question time' del Pd alla Camera – ha spiegato che "qualora venissero accertate al termine dell'indagine responsabilità penali nei confronti di uno o più appartenenti alle forze dell'ordine il ministero dell'Interno si costituirà parte civile", lo stesso Vito ha voluto sottolineare – in modo del tutto sconveniente – i presunti precedenti del giovane per "rapina, lesioni personali, guida in stato di ebbrezza e per uso di droga" (presunti perchè messi in discussione dal segretario radicale Staderini).

E non stupisce, dunque, che dall'opposizione sia stato duramente condannato l'arbitrario accostamento tra un fatto di cronaca che ha mostrato Gugliotta come vittima di violenze a freddo da parte di alcuni esponenti delle forze dell'ordine e precedenti vicende che con i fatti in questione non c'entrano nulla: "E' sconvolgente – ha scritto l'Italia dei Valori del Lazio in una nota – che il ministro Vito parli di episodi che attengono al passato di Stefano Gugliotta, rievocando la sospensione della patente che è avvenuta due anni fa, non accennando minimamente al presente di Stefano che è fatto di carcere, ematomi sulle gambe, lividi di manganelli sulla schiena, un dente rotto e numerosi punti di sutura in testa".

"A prescindere da qualunque ipotesi di reato contestata a Stefano Gugliotta – ha aggiunto Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd – le scene che registrano la violenza subita da questo ragazzo sono fuori dallo Stato di diritto. L'esigenza di assicurare l'ordine pubblico non può mai autorizzare atti di violenza ripetuta nei confronti di fermati, chiunque essi siano".

"Letteralmente sconcertante", secondo il segretario dei Radicali Mario Staderini, la presentazione dei fatti da parte del governo: "Di fronte ad un'operazione di polizia che rischia di delinearsi come un rastrellamento indiscriminato – ha osservato Staderini – il ministro Vito prova a spostare l'attenzione gettando fango su un cittadino italiano che si trova di fatto sequestrato dallo Stato dopo averne subito l'aggressione fisica. Peraltro – ha aggiunto – fare riferimento a segnalazioni e denunce per una persona che al casellario giudiziario risulterebbe incensurata e senza carichi pendenti è un tentativo vergognoso di manipolare l'opinione pubblica".

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