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mercoledì 19 maggio 2010

G8 Genova: cacciate via i poliziotti condannati; tratto da www.nuovasocieta.it





«Ora tutti i condannati devono essere immediatamente rimossi dai loro incarichi ed essere espulsi dalla polizia»: è il commento di Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum (GSF) nel luglio 2001 e di Antonio Bruno, già membro del GSF, dopo la sentenza della Corte d'appello che ribaltando la sentenza di primo grado sull'irruzione nella scuola Diaz ha condannato anche i vertici della Polizia di Stato.«Non è accettabile che la difesa della Costituzione, della libertà e della sicurezza dei cittadini - scrivono Agnoletto e Bruno in una nota - sia affidata a chi è stato riconosciuto responsabile dal tribunale di reati estremamente gravi». «Finalmente dopo nove anni è stata resa giustizia alle vittime della violenza poliziesca, massacrate di botte la notte del 21 luglio 2001 - proseguono i due esponenti politici -. Con la condanna dei massimi dirigenti della Polizia presenti quella notte davanti alla Diaz il tribunale ha riconosciuto le responsabilità della catena di comando di chi ordinò, senza alcun motivo, l'assalto alla scuola Diaz.
Ora, conseguentemente, il governo dovrebbe rimuovere chi allora era ai vertici della polizia e non poteva non sapere cosa i suoi immediati sottoposti stavano facendo».
Ieri la Corte d'Appello aveva letto il dispositivo: un secolo di carcere per 25 imputati su 27.
Prescritti i reati di calunnia, arresto illegale e lesioni lievi, sono rimasti in piedi quelli di falso ideologico e lesioni gravi. Gli imputati sono stati condannati anche all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Per gli agenti condannati in primo grado, i giudici della corte hanno inasprito le pene. Il procuratore generale Pio Macchiavello, aveva chiesto oltre 110 anni di reclusione per i 27 imputati.
La pena più pesante, cinque anni, è stata inflitta a Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, già condannato a quattro anni in primo grado. Quattro anni ciascuno a Francesco Gratteri, ex direttore dello Sco e attuale dirigente dell'Anticrimine e a Giovanni Luperi, ex vice direttore Ucigos e oggi all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna; entrambi erano stati assolti in primo grado. Tre anni e otto mesi sono stati inflitti Spartaco Mortola, ex capo della Digos di Genova e oggi questore vicario a Torino, anch'egli assolto in primo grado.
Sono passate da tre anni a quattro anni le pene per i «picchiatori» materiali, mentre per coloro che firmarono i verbali e che erano stati assolti in primo grado, la corte ha stabilito pene per tre anni e otto mesi ciascuno.
In fondo all'aula ad ascoltare la lettura della sentenza c'era anche «Coda di cavallo», l'agente filmato durante i pestaggi e identificato soltanto nel corso del processo di primo grado, dopo avere partecipato a numerose udienze, mescolato tra gli agenti. Prosciolti, per intervenuta prescrizione, Michelangelo Fournier, il funzionario di polizia che parlò di «macelleria messicana», pentendosi di quello che era successo, così come Luigi Fazio. In primo grado erano stati 13 gli imputati condannati, soltanto gli autori materiali dei pestaggi, per un totale di 35 anni e sette mesi di reclusione. Erano stati assolti tutti i vertici della polizia. Quella sera del 13 novembre 2008 i no-global e i simpatizzanti avevano accolto la sentenza gridando «Vergogna, vergogna». Questa volta, invece, c'è stato spazio solo per gli abbracci e le lacrime di gioia

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